Diciamolo chiaramente, quello che è successo nelle ultime settimane ha del clamoroso, la sconfitta contro il Torino è stata la devastante conferma di questo periodo nerissimo, che sta portando la stagione verso la deriva di un altro anno fallimentare.
È vero che nel calcio, quando una squadra si trova in cattive acque, è quasi sempre l’allenatore a pagarne le conseguenze. Per una società, infatti, è impensabile cambiare 10-15 giocatori, ed è molto più facile, e meno dispendioso economicamente, cambiare il responsabile tecnico, cioè l’allenatore.
Ma, senza peccare di superficialità, in questa sporca faccenda rossonera le colpe di Gattuso sembrano evidenti.
Il nostro caro Rino, calciatore dal glorioso passato, idolo assoluto dei tifosi, magnifica leggenda rossonera, ha peccato di tanta inesperienza, forse troppa, nella gestione del gruppo.
Usciti i primi spifferi di un suo addio al Milan, la squadra ha mollato psicologicamente ed ha letteralmente perso la testa gettando al vento ogni motivazione, persino quella di una qualificazione in Champions, competizione nella quale tanti componenti dell’attuale rosa non hanno mai avuto la possibilità di giocare.
Molti pongono l’inizio di questo periodo disgraziato alla fine dell’ultimo derby, perso il 17 marzo, ma, ad onor di cronaca, nella conferenza stampa prima della partita contro il Chievo del 9 marzo, il tecnico rossonero si lasciò sfuggire qualcosa in più riguardo al suo futuro, dichiarando che il prossimo anno sarebbe potuto andare ad allenare ovunque.
Dopo la partita di Verona contro i clivensi, vinta per 2-1, ci fu la solita, maledetta, sosta per le nazionali, sosta dopo la quale il Milan storicamente fa sempre fatica, un lasso di tempo in cui Rino potrebbe aver rivelato, a chiare lettere, ai suoi calciatori il proprio futuro lontano da Milanello, .
Se così fosse, l’ex numero otto avrebbe commesso un autogol di comunicazione clamoroso, proprio lui che da giocatore cementava lo spogliatoio con il suo carisma, motivava e teneva alto il morale di tutto il  il gruppo, dimostrando doti non indifferenti di assoluto leader e comunicatore.
Un passo falso, dovuto certamente all’inesperienza al ruolo di allenatore di una grande squadra, che ha dato il la al declino rossonero, arrivato, con la sconfitta di Torino contro i granata, al suo punto più basso, un settimo posto impensabile fino ad un mese e mezzo fa.
Purtroppo non è sempre vera l’equazione grande giocatore uguale a grande allenatore. E il nostro caro Rino è un’ulteriore conferma di questa inconfutabile regola del calcio.
Fatemi sapere con un commento se considerate anche voi Rino Gattuso come il principale responsabile di questo disastroso periodo del Milan.